Nato a Villongo il 29 luglio 1928, Renzo Pagani è stato un personaggio di spicco della realtà palazzolese. Cultura e fede cattolica praticate con zelo, ha ricoperto incarichi di responsabilità civile ed ecclesiale, fautore di attività notevoli con i carismi in lui stimati da molti. Fu organista della Chiesa parrocchiale in S. Maria Assunta, maestro elementare di numerose generazioni, giornalista e iniziatore di Voce di Palazzolo, giornale quindicinale della città. Marito, padre e nonno esemplare ha lasciato un’immagine indelebile nella comunità.
Se i molteplici incarichi sociali ed ecclesiali gli hanno meritato pubblici riconoscimenti, l’attività di maestro e direttore del “Coro polifonico La Rocchetta” ha reso Renzo Pagani riconosciuto, apprezzato e stimato a livello locale, provinciale ed anche internazionale. Fondata da lui nel 1954, egli ha diretto la corale per ben 60 anni, elevandola a livelli di quasi perfezione esecutiva anche in tutta Europa, dove si è esibita in luoghi assai importanti, su invito di organi prestigiosi, quali l’Unesco di Parigi o “Praga Cantat”. Ha avuto l’onore di far esibire il “Coro Polifonico La Rocchetta” dinanzi a ben due papi, Paolo VI e Giovanni Paolo II, ricevendo un encomio anche da papa Benedetto XVI. Nato come coro amatoriale, formato da cantori non professionisti, con lo scopo di rendere accessibili le funzioni liturgiche alla partecipazione popolare, aveva uno stile familiare. Entrare a farne parte significava entrare in una famiglia, in cui ogni membro partecipava con zelo alla vita corale per un risultato non mai scontato, raggiunto anzi con un impegno costante alle prove settimanali e con uno stile specifico. Non una semplice esecuzione, ma frutto di un’osmosi di sensibilità vocali, che non mortificavano le qualità di ciascuno.
Dopo una parentesi con un repertorio di canti popolari, i cui temi sono diventati colonna sonora di alcuni programmi televisivi nazionali, la Rocchetta ha intrapreso lo studio di opere di pregio musicale (Gloria e Magnificat di Vivaldi; Requiem e Opere giovanili di Mozart; Messia di Haendel), distinguendosi con un repertorio vastissimo di musica sacra, polifonica e classica, collaborando con prestigiose orchestre sinfoniche. Il Coro si è così distinto per il suo stile raffinato, a cui il maestro Renzo Pagani era stato in grado di forgiare i suoi cantori ad un’anima delicata, in cui l’equilibrio delle varie voci trovavano un’armonia caratteristica e commovente. La spiritualità, con cui il maestro innervava l’esecuzione, diventava un’educazione di stile vocale e corale. Bisognava sentire il sentimento, provare l’emozione per poterla trasmettere. Era anche una crescita personale frutto di un apporto pedagogico sublime. “Non tutti sono in grado di dirigere un coro!”, diceva spesso. Egli aveva un suo stile che non mortificava, ma faceva migliorare ogni corista. Sia tecnicamente che in sensibilità.
Umile e schivo ai riconoscimenti, (Benemerenza Civica del Comune di Palazzolo, onorificenza pontificia di Commendatore di S. Silvestro Papa), era fautore di un impegno serio e costante, perché solo da esso e dalla risposta personale riteneva possibile raggiungere risultati adeguati. Per la gente: perché la musica è arte; ma per comunicare su onde invisibili un linguaggio che penetra nei meandri delle profondità inesplorate dell’anima umana bisogna conoscerne le onde. E’ vero egli diceva che chi canta prega due volte, ma chi esegue ha la responsabilità di far provare la bellezza della musica. “Tutti insieme per cantare il Natale” era l’incontro della comunità palazzolese, e non solo, per cantare insieme le nenie natalizie, in cui la voce di tutti esprimeva la gioia dello stare insieme a riconoscere un annuncio di salvezza! Egli l’aveva sognato come incontro comunitario, in cui anche i bambini, “Voci bianche della Rocchetta” fondate nel 1973, portavano il loro contributo di freschezza. Era la città “in canto!”, continuato per ben 25 anni.
Soprattutto il canto assumeva una funzione spirituale: lode a Dio. Ecco allora il servizio di canto liturgico nella più importanti feste dell’anno, mai interrotto persino negli ultimi tempi della sua vita. Egli era particolarmente devoto alla Vergine, a cui ha dedicato splendidi spartiti. L’esecuzione di “Maria”, oratorio musicale per voce recitante, soli, doppio coro e orchestra, di Frisina, e “una fiorita di canti mariani” (così li ha definiti) eseguiti in varie chiese a lei dedicate, costituiscono un fiore mariano di delicata bellezza esecutiva, in cui il coro la Rocchetta si è cimentato negli ultimi momenti in cui è stato diretto dal M.o Renzo Pagani. In essi ha espresso tutta la sua commozione alla mamma celeste. Ultimo dono lasciato ai suoi coristi un brano singolare di Haydn: Insanae et Vanae Curae. “Lascito, memoria, epigrafe rassegnata”, definita da Tino Bino negli “Esercizi di Memoria” sul Corriere della Sera Brescia. È il testamento spirituale al “suo” Coro: “Chi non si adopera per l’eternità, si preoccupa inutilmente!”. Non potrà essere disatteso tale impegno. Egli ha indirizzato il suo Coro, con orgoglio e con un monito vitale, verso livelli di perfezione esecutiva. La sua opera di direttore e di maestro di coro è stata esemplare, professionalmente libera da ogni etichettatura profana!
A seguito della morte, avvenuta l8 febbraio 2015, è stato nominato Direttore Artistico e Direttore del Coro il Maestro Davide Bottarelli.