Caro Luciano, avevi avuto in eredità “un grande tesoro da custodire e da donare a chi ascolta”. Il m.o Renzo Pagani nel febbraio del 2015, precedendoti alla casa del Padre, aveva lasciato un coro disorientato. Come si sarebbe potuto proseguire? Ci si interrogava se ancora il Coro avesse avuto la forza di continuare una presenza culturale fortemente illuminante, perché come affermava il m.o Renzo: “una città senza musica è davvero una città povera”. Soprattutto: il Coro avrebbe saputo onorare la propria città oltre i propri confini, fedele ad una tradizione esaltante? Ecco: tu, Luciano, hai assunto una responsabilità preziosa, che sappiamo ti è stata a volte pesante, soprattutto negli ultimi tempi. Certo le “vanae curae”, con cui il Coro aveva dato l’ultimo saluto al maestro, ora diventavano per te, come Presidente, carico doveroso. La tua presenza costante alle prove serviva di incoraggiamento e di sollecitazione a ben operare, perché la tua passione attiva, pur non appariscente, non poteva trascurare di continuare un’opera meritoria ed affascinante per la nostra città. Un nuovo Consiglio, un nuovo giovane maestro, consacrato dal m.o Pagani come adatto a noi; nuovi programmi, talora definiti superbi e difficili, per il nostro repertorio. Rivisitazione degli studi precedenti. Tradizione e novità! E dietro tutto ciò, la tua operosità solerte: vagliavi iniziative, riprendevi relazioni personali e istituzionali, mai definitivamente interrotte, in cui il Coro, che per tuo suggerimento si chiama ora “Coro Polifonico la Rocchetta- Renzo Pagani”, potesse esprimere il suo valore musicale, derivante da un impegno assiduo di studio su palchi prestigiosi. Quattro anni in cui il Coro, diretto ora stabilmente con entusiasmo competente dal nuovo m.o Davide Bottarelli, ha affrontato prove interessanti, per novità di repertorio, di valore intrinseco esecutivo e culturale. Con la tua presidenza il Coro la Rocchetta non solo ha percorso le iniziative della sua tradizione ( 25° anniversario del “Cantiamo insieme il Natale”), ha eseguito, con riconoscimento del suo valore, opere già nel suo repertorio, collaborando con nuove realtà musicali (l’orchestra giovanile “L’Oro del Reno” di Bologna, eseguendo il “Gloria” di Vivaldi prima a Bologna e poi a Palazzolo), con l’orchestra dei Colli Morenici con cui si è cimentata nella “Missa Cellensis” di Haydn, nuovo eccellente studio, e nel “Requiem” di Mozart, a conclusione delle celebrazioni del centenario della fine della Grande Guerra. Il Coro è intervenuto anche a Roma, sia commentando la liturgia di una messa in S. Pietro, sia all’Angelus del Papa Francesco il cui saluto al “Coro la Rocchetta di Palazzolo” ha fatto scendere lacrime di commozione e brividi di trepidazione ai coristi schierati in Piazza S. Pietro. Infine il Coro, dopo la partecipazione al “Cantus”, rassegna dei cori amatoriali, i cui finalisti si sono esibiti al Teatro Grande di Brescia, è stato scelto ad eseguire i “Carmina Burana” di Orff, al Ponchielli di Cremona, in collaborazione con il coro del teatro stesso. E tu sempre indaffarato, in silenziosa attività, così che quando proponevi, già era tutto pronto. Poi l’accenno a tue dimissioni, buttato lì, adducendo stanchezza. La tua presenza sempre più rara alle nostre prove. Tu ormai eri immerso nel tuo dramma. Il tuo saluto ci giungeva tramite Evita e Davide, e il tuo ricordo per noi ci teneva nascosta la gravità della tua salute. Ciascuno di noi ha trepidato, ma la tua immatura morte ci ha colti di sorpresa. Ci ha spiazzati. Sempre troppo presto, nemmeno immaginata, soprattutto inattesa. Abbiamo cantato, dinanzi al Duomo di Piacenza, proprio il venerdì dopo la tua morte, l’incipit dei Carmina: “O fortuna, sei mutevole come il corso della luna e cresci e cali senza sosta”. E il tuo ricordo ci incrinava la voce. Ora, invece rivolgiamo al Signore l’invocazione “Lacrimosa” dal “Requiem” di Mozart: “Lacrimoso quel giorno in cui ...il peccatore deve essere giudicato. Perdonalo, dunque, o Dio. Pio Signore Gesù dona loro la pace”. Per te che hai avuto fiducia nella misericordia del Signore e hai amato la bellezza della musica, l’invocazione del Coro, a cui restano le lacrime con cui ti salutiamo. Ciao, Luciano! Il Signore ti accolga tra la musica dei Santi e degli Angeli, accanto al m.o Renzo che tu hai onorato. ( Giovanni Zanni – 22 luglio 2019 – in memoria di Luciano Demasi).